Vuoi vendere online in Germania? Attenzione alle novità normative
Questo contenuto è stato aggiornato in data 13/01/2022
Il numero delle aziende che hanno scelto di convertirsi al commercio elettronico è cresciuto notevolmente. Tra queste c’è chi per vendere online all’estero preferisce aprire una piattaforma di e-commerce propria, chi opta per la vendita tramite marketplace (ad esempio Amazon) e chi sceglie entrambe le opzioni per aumentare le sue opportunità di successo. Le aziende che scelgono questi canali per la vendita in Germania devono sapere però che la vendita online può rivelarsi insidiosa se vengono trascurati alcuni aspetti. Affrontiamo insieme questi argomenti.
Marketplace, account di vendita e le insidie fiscali
Spinto dal cambio di abitudini dei consumatori, negli ultimi anni il numero degli e-commerce aperti in tutto il mondo è cresciuto notevolmente. Le aziende hanno ben compreso i vantaggi della vendita online, tanto da essere indotte ad aprire piattaforme web proprie per il commercio elettronico e/o account di vendita sui marketplace più affermati sul mercato.
Amazon, ad esempio, che di anno in anno si conferma tra i marketplace preferiti sia dai consumatori che dai fornitori, negli ultimi anni ha registrato un netto aumento delle aziende accreditate. Aumento della visibilità, estensione territoriale, servizi per la fatturazione e la logistica sempre più snelli ed efficaci sono tra le ragioni che motivano questo dato.
È necessario però che i merchants (venditori) interessati alla piattaforma siano consapevoli del fatto che ci sono aspetti fiscali che è bene non sottovalutare quando si sceglie di vendere online all’estero tramite Amazon o altri marketplace.
La normativa comunitaria è in costante evoluzione e per evitare sanzioni penali, multe e sospensione dell’account di vendita è necessario essere sempre aggiornati sugli sviluppi.
La vendita online in Germania: gli adempimenti IVA da osservare
Il commercio elettronico indiretto rientra nella cosiddetta vendita per corrispondenza, quindi, ai fini IVA bisogna applicare le relative norme nazionali, comunitarie e internazionali in vigore.
I venditori residenti in Germania, quelli che vendono e spediscono i propri prodotti nel territorio tedesco da un altro Paese europeo e coloro che usano la logistica di Amazon fino a poco tempo fa erano tenuti a ottenere e fornire ai marketplace il certificato fiscale tedesco; un documento utile ad attestare che il soggetto venditore risultasse in regola con gli adempimenti IVA relativi alle vendite effettuate.
Con l’adozione del VAT e-commerce package, in vigore dal 1° luglio 2021, l’obbligo di presentazione del certificato fiscale tedesco è stato sostituito. In effetti, ora i venditori sono tenuti a comunicare al marketplace il numero della partita IVA tedesca o il numero di una partita IVA di un Paese membro Ue unito alla prova di registrazione al portale One Stop Shop (OSS).
In effetti, secondo gli ultimi sviluppi normativi, ai fini IVA chi vende in Germania non è più tenuto ad osservare la soglia di fatturato nazionale (il cui superamento comportava l’obbligo di versamento IVA nello Stato dell’acquirente), bensì quella unica europea pari a 10.000 €. Il venditore, dunque, nel rispetto di questa nuova regola, per procedere al pagamento dell’IVA nel Paese di destinazione dei beni venduti può scegliere una delle seguenti azioni:
- Aprire una partita IVA tedesca;
- Iscriversi al portale One Stop Shop (OSS) e operare usando la partita IVA di un Paese Ue già in possesso.
Dopo aver scelto l’opzione più adatta alle proprie esigenze ed aver provveduto ai versamenti dovuti, i dati in possesso vanno comunicati al marketplace. Ciò è necessario per evitare il blocco dell’account.de, dato che – secondo la normativa tedesca – i titolari delle piattaforme di vendita digitale sono ritenuti responsabili delle eventuali inadempienze IVA dei propri venditori.
Partita IVA tedesca, Steuernummer e codice fiscale tedesco: ecco le differenze
Abbiano notato tra i venditori interessati al mercato tedesco c’è molta confusione a proposito di questi documenti. Ecco, dunque, un po’ di informazioni che potrebbero tornare utili per capire le differenze tra partita IVA tedesca, Steuernummer e codice fiscale tedesco.
Cominciamo proprio da quest’ultimo, il codice fiscale tedesco (Steuer-ID, IdNr. oppure Steueridentifikationsnummer) che rappresenta l’identificativo fiscale delle persone fisiche. È composto da 11 cifre ed è necessario ai fini della tassazione, dei sussidi statali e dell’assistenza sanitaria.
Lo Steuernummer rappresenta invece quello che potremmo definire come “codice tributario”. Viene attribuito ai soggetti passivi di imposta, ossia alle aziende/società e ai lavoratori autonomi. È composto da 10-13 cifre separate dal simbolo “/” e viene usato nelle dichiarazioni IVA, per la corrispondenza, le ispezioni e le questioni quotidiane con le autorità fiscali.
Resta, infine, la partita IVA tedesca (Umsatzsteuernummer oppure USt-IdNr) che corrisponde alla nostra partita IVA, comincia con la sigla DE ed è seguita da 9 cifre.
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