CBAM: l’Unione Europea intensifica i controlli. Le imprese devono dimostrare la conformità
Negli ultimi mesi, diverse imprese italiane hanno ricevuto comunicazioni ufficiali dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), con cui vengono sollecitati ad adempiere agli obblighi previsti dal CBAM.
È un segnale chiaro: il meccanismo è pienamente operativo e le verifiche sono in corso.
Il Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM), introdotto con il Regolamento (UE) 2023/956 e reso attuativo dal Regolamento di esecuzione (UE) 2023/1773, punta a garantire che le merci importate nell’Unione Europea siano soggette a un prezzo del carbonio equivalente a quello applicato ai beni prodotti nel mercato interno.
L’obiettivo è duplice: tutelare il sistema europeo da pratiche distorsive e incentivare una transizione climatica uniforme anche fuori dai confini UE.
Con l’avvio formale dei controlli, la conformità al CBAM non è più una questione di pianificazione futura: oggi, le imprese devono dimostrare la correttezza dei propri dati e la tracciabilità delle emissioni incorporate nei beni importati.
Chi è interessato dal CBAM e cosa prevede il periodo transitorio
Il CBAM è stato introdotto dal Regolamento (UE) 2023/956 e reso operativo dal Regolamento di esecuzione (UE) 2023/1773. Si applica, nella sua prima fase, a sei settori ad alta intensità carbonica:
- ferro e acciaio
- cemento
- fertilizzanti
- alluminio
- idrogeno
- energia elettrica
Il periodo transitorio è in vigore dal 1° ottobre 2023 al 31 dicembre 2025. Durante questo intervallo, le imprese non devono ancora acquistare certificati CBAM, ma sono obbligate a trasmettere trimestralmente una relazione contenente:
- le quantità e tipologie di merci importate;
- le emissioni incorporate (dirette e indirette);
- l’eventuale prezzo del carbonio già versato nel Paese di origine.
Fino al 31 luglio 2024 era consentito l’utilizzo di metodi semplificati o valori predefiniti.
Oggi le aziende devono applicare metodologie di calcolo riconosciute, assicurando la completa tracciabilità e coerenza dei dati dichiarati.
Controlli attivi e sanzioni previste: cosa rischiano le imprese non conformi
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha già avviato i controlli, trasmettendo solleciti formali a diverse aziende italiane.
L’inadempimento agli obblighi CBAM comporta sanzioni pecuniarie come previsto:
- dall’art. 35, par. 5 del Regolamento (UE) 2023/956
- dall’art. 16 del Regolamento di esecuzione (UE) 2023/1773
- dall’art. 42-vicies del D. Lgs. n. 47/2020, modificato dal D. Lgs. 147/2024
I rischi per le imprese non si limitano a sanzioni dirette: la mancanza di trasparenza nella tracciabilità può generare verifiche ispettive, sospensioni e ricadute reputazionali.
Il 2026 segna l’avvio della fase definitiva del CBAM
Dal 1° gennaio 2026, il CBAM entrerà a regime. Le imprese saranno tenute a:
- presentare una dichiarazione annuale
- indicare il totale delle emissioni incorporate nei beni importati
- acquistare certificati CBAM, in misura proporzionale alle emissioni, a un prezzo indicizzato al mercato EU ETS
Si tratta di una vera e propria estensione del sistema ETS europeo alle merci estere, che influenzerà in modo strutturale le filiere di approvvigionamento, i processi logistici e la programmazione doganale.
Come affrontare il CBAM con Tecno VAT
Tecno VAT offre alle imprese un servizio dedicato per affrontare in modo efficace gli obblighi CBAM. Il nostro supporto si articola in:
- analisi dei codici doganali interessati
- identificazione delle merci soggette al meccanismo
- raccolta, validazione e rendicontazione delle emissioni incorporate
- redazione delle relazioni CBAM trimestrali
- formazione tecnica per i team coinvolti
- simulazione dei costi dei certificati CBAM (dal 2026)
Il punto di forza del nostro approccio risiede nell’integrazione di competenze ambientali, normative e fiscali, grazie alla sinergia tra le realtà del Gruppo Tecno.
Adeguarsi al CBAM oggi significa garantire continuità e credibilità
Il CBAM è pienamente operativo e le autorità hanno avviato le prime verifiche formali.
Per le imprese coinvolte, questo è il momento di consolidare processi, dati e competenze, assicurandosi di rispondere in modo puntuale e trasparente agli obblighi previsti.
Essere in regola non è solo un adempimento normativo, ma un elemento distintivo: rafforza la fiducia dei clienti, la reputazione verso il mercato e la capacità dell’azienda di affrontare la transizione sostenibile in modo concreto e tracciabile.
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