E-commerce vini: vendere all’estero e rispettare gli obblighi fiscali
Questo contenuto è stato aggiornato in data 03/01/2022
Il commercio online del settore vitivinicolo diventa sempre più imponente, in quanto si riescono a raggiungere mercati che molto spesso risultano inaccessibili. C’è chi punta tutto sulla specializzazione produttiva basata sull’identità territoriale e chi invece fa della diversificazione il suo punto di forza.
Una cosa è certa: la vendita online non può essere improvvisata. Le procedure per la commercializzazione di alcolici e superalcolici in ambito comunitario sono abbastanza complesse, e non mancano i continui aggiornamenti legislativi. È necessario conoscere quali sono gli obblighi fiscali del venditore, quali sono i requisiti da soddisfare per accreditarsi ai marketplace e rispettare tutto quello che le autorità locali impongono, sia per evitare sanzioni che il blocco dell’account.
E-commerce estero b2c: gli obblighi fiscali del merchant
Il merchant (o venditore) che decide di proporre i suoi prodotti al mercato estero -attraverso una piattaforma digitale propria o un marketplace – deve gestire con attenzione gli aspetti fiscali, essenzialmente le accise e l’IVA.
Il pagamento di queste due imposte spetta sempre al venditore, mai al marketplace, che al contrario però sarà ritenuto direttamente responsabile dalle autorità fiscali estere in caso di mancato invio della relativa documentazione. Questa mancanza comporterebbe la sospensione dell’account venditore da parte del titolare del marketplace.
Inoltre, se per l’imposta accisa il merchant è sempre tenuto a versarla nel Paese di destinazione, per quanto riguarda il versamento dell’IVA il discorso cambia. Per comprendere quali sono gli adempimenti da osservare in tema di accise per la vendita di vini e alcolici clicca qui.
Nei prossimi paragrafi ti spieghiamo come deve agire il venditore per procedere al versamento dell’IVA dovuta sulle vendite a distanza, fatte verso consumatori privati (soggetti non passivi di IVA), sia residenti in altri Stati membri Ue che in paesi extra comunitari.
Versamento dell’IVA sulle vendite online b2c in Ue e in Paesi extra-Ue
Il merchant che vende i propri prodotti online a privati consumatori residenti in altri paesi comunitari, diversi da quello della residenza aziendale, deve necessariamente tenere conto delle nuove regole entrate in vigore in Europa il 1° luglio 2021.
In effetti, prima di questa data, il venditore (azienda o soggetto passivo di IVA) era tenuto a versare l’IVA nel proprio Stato se il fatturato annuo per le vendite in ambito paneuropeo non superava la soglia limite imposta dal Paese estero dell’acquirente (soglia che variava di paese in paese). Superata la soglia il venditore era tenuto, invece, a versare l’IVA nello Stato in cui i prodotti erano destinati. Per procedere al versamento dell’IVA in Ue il venditore poteva scegliere se acquisire la partita IVA locale (identificazione diretta IVA) oppure se nominare un rappresentante fiscale IVA.
Il 1° luglio 2021 è entrata in vigore la soglia unica europea, pari a 10.000 €. Pertanto, il venditore ora è tenuto a versare l’IVA nel proprio Stato di residenza entro questa soglia; al superamento della stessa l’imposta spetta allo Stato in cui risiede l’acquirente/consumatore finale. Le alternative per procedere al versamento dell’IVA restano le stesse di cui sopra, con l’aggiunta dell’opzione del regime speciale IVA OSS.
In caso di vendite online verso consumatori residenti in paesi extraeuropei rispetto a quanto avveniva prima del 1° luglio 2021 non cambia nulla; il venditore non è tenuto a versare l’IVA né in Italia (perché le cessioni all’esportazione sono ritenute non imponibili), né all’estero. Al contempo però deve rispettare le disposizioni contenute nell’art. 8 del D. P. R. 633/1972 e le nozioni in tema di sdoganamento.
E-commerce vini: un business in crescita, ma attenzione alla sostenibilità
Un business in crescita quello dell’e-commerce dei vini, che vede un aumento delle esportazioni.
L’approccio con i mercati esteri è piuttosto difficile in quanto ogni Paese ha propri usi, costumi e abitudini, quindi, prima di relazionarsi con essi bisogna studiare bene il Paese in cui si intende vendere, soprattutto stilando un piano strategico mirato.
Il negozio online e il prodotto proposto sono i primi elementi a dover essere esaminati attentamente, al fine di riuscire a vendere in modo proficuo. Bisogna capire, dunque, attraverso quale metodo si vuole vendere i propri articoli: se attraverso un sito proprio, una piattaforma di vendite online (es. Shopify) o attraverso un marketplace. Altrettanto importante è capire in che modo attrarre i consumatori, al fine di ottimizzare l’investimento. La sostenibilità, ad esempio, è un fattore che non va assolutamente trascurato. Il consumatore è sempre più orientato verso prodotti che non siano un peso per l’ambiente, caratterizzati da packaging riciclabili e magari anche da componenti interne altrettanto sostenibili. A richiamare l’attenzione del venditore su questi aspetti, talvolta, sono gli stessi marketplace, che impongono agli aspiranti venditori il superamento di test di sostenibilità.
Investi nel tuo e-commerce di vini, raggiungiamo insieme il successo
Vista l’elevata concorrenza, è necessario affidare la propria attività alla gestione e alla consulenza di esperti del settore. Solo chi possiede elevate competenze in materia di fiscalità internazionale, di strategie di business sostenibile e di conoscenze linguistiche saprà guidarti verso il successo del tuo e-commerce.
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