Biorepack: obiettivi, vantaggi e potenzialità degli imballaggi in bioplastica
Questo contenuto è stato aggiornato in data 16/03/2021
Le bioplastiche offrono vantaggi significativi in termini di riduzione dell’impatto ambientale, in quanto non vi è necessità di impiegare materie prime non rinnovabili per la loro produzione.
La riduzione dell’impatto ambientale è legata al “fine vita” del prodotto grazie ad una produzione che comporta basse emissioni di CO2 e alla mancata dispersione dei rifiuti plastici non degradabili nell’ambiente.
Il fine vita della bioplastica ha bisogno di una corretta gestione, del resto come quello di tutti gli altri materiali di imballaggio. Per questo è fondamentale che vi siano educazione e sensibilizzazione ambientale.
Plastica e bioplastica, un fine vita differente
La plastica è un materiale leggero, versatile e riciclabile, che ha trovato mille impieghi nel settore degli imballaggi per il trasporto e la conservazione dei prodotti alimentari.
Le bioplastiche rappresentano una piccola parte della famiglia, che hanno avuto un esponenziale tasso di crescita negli ultimi anni. La differenza tra le due è a fine vita. Le plastiche vanno inserite nella raccolta differenziata a loro dedicata, mentre le bioplastiche possono essere riciclate con i rifiuti organici.
È necessario, per questo, imparare a riconoscerle e differenziarle al meglio.
Le bioplastiche possono avere origine da fonti rinnovabili o fossili.
L’uso di fonti rinnovabili è parte integrante di una bioplastica, specie se provenienti da sottoprodotti e scarti.
Inoltre, è importante non confondere le plastiche biodegradabili con quelle vegetali che, invece, sono prodotte con materie prime rinnovabili e vanno conferite nei cassonetti della plastica.
Biodegradabilità e compostabilità: cosa sono e quali sono le differenze
Conoscere la differenza tra compostabile e biodegradabile permette di trattare in modo corretto diversi materiali, rispettando le leggi e le modalità di gestione dei rifiuti. Inoltre, consente di comprendere l’impatto ambientale che un materiale può avere sulla salute del pianeta.
Un elemento biodegradabile non è detto che sia anche compostabile.
Biodegradabile è il materiale che può essere scomposto da batteri, agenti fisici naturali, in composti chimici come acqua, metano e anidride carbonica.
Secondo la normativa europea un prodotto può essere definito biodegradabile se si decompone al 90% entro 6 mesi.
Compostabile vuol dire che un materiale è trasformabile in compost, concime naturale. Dunque, non solo è biodegradabile ma ha addirittura una decomposizione che avviene in meno di 3 mesi.
Per plastica biodegradabile e compostabile si intende quella certificata conforme alle norme europee armonizzate UNI EN 13432:2002 e/o UNI EN 14995:2007 da parte di organismi accreditati.
Biorepack, aperte le iscrizioni
Biorepack è il Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, approvato con decreto del 16 ottobre 2020 del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di concerto con il Ministro dello Sviluppo economico.
Biorepack si colloca all’interno del sistema CONAI, come consorzio per la gestione a fine vita degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile raccolti con la frazione organica dei rifiuti – componente dei rifiuti costituita da scarti alimentari e vegetali, definiti biodegradabili – e trasformati in compost, con specifico trattamento industriale.
Si tratta del primo consorzio in Europa per il riciclo organico degli imballaggi in bioplastica, un grande valore per il settore della bioeconomia circolare.
Chi ha l’obbligo di aderire al Consorzio?
L’adesione al Consorzio è obbligatoria sia per i produttori e importatori di materiali di imballaggio in plastica biodegradabile e compostabile, sia per i fabbricanti e trasformatori di imballaggi in bioplastica e/o dei relativi semilavorati, compresi gli importatori di imballaggi vuoti o semilavorati .
Possono, inoltre, aderire su base volontaria, anche commercianti, distributori, importatori, utilizzatori e fornitori, i riciclatori e le imprese che trattano a fine vita gli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile.
Il nuovo contributo ambientale degli imballaggi in bioplastica
Il contributo ambientale degli imballaggi in bioplastica è stato rideterminato pochi giorni fa: sarà ridotto a 294 euro per tonnellata, su proposta di Biorepack ed entrerà in vigore dal 1 luglio 2021.
In attesa dell’entrata in vigore del nuovo contributo, continua ad essere applicato l’attuale CAC – Contributo Ambientale CONAI – previsto per gli imballaggi in plastica nelle varie fasce contributive.
Fascia A: imballaggi selezionabili e riciclabili da circuito commercio e industria, con un importo di 150,00 €/t
Fascia B1: imballaggi selezionabili e riciclabili da circuito domestico, con un importo di 208,00 €/t
Fascia B2: imballaggi selezionabili e riciclabili da circuito domestico e/o commercio e industria, con un importo di 560,00 €
Fascia C: imballaggi non selezionabili e riciclabili allo stato delle tecnologie attuali.
Restano in vigore anche le procedure di applicazione, dichiarazione e versamento del contributo ambientale Conai e la categoria di iscrizione al Conai e la relativa quota di partecipazione.
La potenzialità delle bioplastiche in economia circolare
Sono sempre più i consumatori che apprezzano le bioplastiche, nonostante il loro impiego risulti ancora poco sfruttato nella realizzazione dei prodotti; attualmente sono maggiormente utilizzate nella produzione di packaging.
A livello globale l’Europa risulta essere il secondo produttore di bioplastiche, dopo l’Asia che rappresenta il 45% della produzione mondiale.
Nel rapporto annuale dell’associazione europea dei produttori di bioplastiche, si stima che nei prossimi 5 anni il settore subirà una crescita che si aggira intorno al 15%.
L’obiettivo è portare avanti la transizione verso un modello di economia circolare, incentivando una produzione che consenta di ridurre il rilascio di sostanze inquinanti nell’ambiente, le emissioni di gas serra e l’impiego di materie prime non rinnovabili.
Il contributo a favore di Conai deriva delle spese sostenute per le attività di raccolta, smaltimento e riciclo degli imballaggi.
Se versi il contributo in Italia ed esporti i tuoi prodotti all’estero puoi recuperare l’importo versato attraverso la richiesta di rimborso.
Ti aiutiamo a recuperare il contributo ambientale Conai versato in Italia. Contattaci compilando il form sottostante.