Amazon e gli obblighi IVA dei merchant: sospesi gli account dei venditori
Questo contenuto è stato aggiornato in data 12/01/2022
È già successo e potrebbe accadere ancora. Le piattaforme digitali (i marketplace) rispondono direttamente delle mancanze fiscali dei propri venditori. Dunque, se i merchant non rispettano quanto loro indicato non potranno più vendere in Germania. Vediamo da cosa può dipendere questa spiacevole condizione e come evitarla.
Account bloccato? Amazon sospende le piattaforme tedesche
Era il 1° ottobre 2019, i merchant in possesso di un proprio account venditore su Amazon, inclusi gli utilizzatori del servizio logistica, colti di sorpresa si ritrovano a fare i conti con un account bloccato, senza poter svolgere le consuete operazioni commerciali. Analoga situazione anche per gli operatori impegnati nella vendita online dei propri beni in Germania attraverso eBay e altri marketplace. Cosa accadde?
Erano trascorsi già alcuni mesi da quando Amazon & co. avevano informato i propri utenti degli imminenti cambiamenti normativi, invitandoli ad entrare in possesso del certificato fiscale tedesco e a caricarlo nella sezione dedicata.
L’obbligo del certificato fiscale tedesco è stato introdotto in Germania a seguito di una riforma fiscale ed è entrato in vigore agli inizi del 2019. Per alcuni mesi ai venditori è stato concesso un periodo di tempo per adeguarsi ed evitare il blocco dell’account. Chi non l’ha fatto si è imbattuto, invece, in una spiacevole situazione che si è protratta nel tempo.
Il certificato fiscale tedesco lascia la scena ai dati IVA e al regime OSS
In questi anni la normativa europea in tema di vendite a distanza transfrontaliere in ambito business to consumer – b2c – ha subito delle variazioni, per effetto del VAT e-commerce package. Questi cambiamenti hanno chiaramente influenzato anche le singole leggi nazionali in materia di IVA ed e-commerce. Così, dal 1° luglio 2021, i merchant interessati alla vendita online in Germania tramite marketplace devono dimostrare di aver rispettato gli adempimenti IVA dovuti caricando nella sezione dedicata dati e documenti diversi dal certificato fiscale tedesco.
Ebbene sì, dopo quasi due anni dalla sua introduzione, il certificato fiscale tedesco viene sostituito. Ora i venditori devono comunicare al marketplace i seguenti documenti (alternativi):
- Il numero della partita IVA tedesca;
- Il numero della partita IVA di un Paese Ue unito alla prova di registrazione al regime OSS.
Così come accadeva con il certificato fiscale tedesco, anche in questo caso spetta ai marketplace tenere le copie dei documenti ricevuti dai merchant, per evitare di essere ritenuti responsabili dei mancati versamenti IVA dei venditori.
Amazon.de e logistica: un blocco che non prevede eccezioni
La mancata presentazione dei dati richiesti dai marketplace da parte dei venditori comporta una conseguenza piuttosto rovinosa: Amazon può impedire la creazione di account di vendita e sospendere quelli già in uso. Questo rischio riguarda sia chi usa la piattaforma digitale per il servizio di vendita diretta, sia chi usa il servizio di Amazon logistica, perché l’eventuale reso di un prodotto può comportare il passaggio dello stesso nel territorio tedesco.
Inoltre, sebbene il vincolo di versare l’imposta IVA a destinazione (nello Stato di residenza dell’acquirente) subentri al superamento della soglia unica di fatturato europea di 10.000 €, tutti i venditori sono tenuti a inviare ai marketplace la documentazione, anche chi non supera tale soglia.
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