L’italian wine tra i prodotti più venduti online nel mondo, specie in Russia
Il trend di crescita delle vendite di vino online non è più momentaneo. Ora tocca alle imprese italiane adeguarsi.
I consumatori continuano a preferire il canale online per i loro acquisti. I trend di consumo stanno cambiando, condizioni che venditori e produttori non possono ignorare. Bisogna adeguare le proprie modalità di vendita, prestando molta attenzione a quelle che sono diventate le nuove esigenze del pubblico europeo, tra sostenibilità, tradizioni e attenzioni fiscali.
Wine sì, ma online: la stabilizzazione di un trend che continua a crescere
La pandemia di Covid-19 ha cambiato le abitudini degli acquirenti, specie dei consumatori di vino. Durante il lockdown il consumo di vino ha subito un forte arresto, legato principalmente alla chiusura dell’Ho.Re.Ca (Hotellerie, Restaurant, Café/Catering), ossia dell’industria alberghiera.
Nonostante ciò, i consumatori hanno continuato a farne richiesta, chi acquistandolo mediante il classico canale della GDO e chi online, facendo rilevare una crescita rispettivamente pari al 9 e al 102% rispetto allo stesso periodo (marzo-aprile) del 2019.
Chi ha venduto di più?
Secondo una stima Nomisma Wine Monitor e Nielsen, nel 1° trimestre 2020 le vendite online di vino per i retailer, ossia i venditori di largo consumo, sono aumentate del 147%, contro quelle effettuate dagli “specializzati” del settore ferme al + 95%, ma comunque responsabili dell’83% delle vendite e-commerce di vino online in Italia.
Quali sono state le preferenze degli italiani?
Durante le otto settimane di lockdown, secondo l’indagine Nomisma Wine Monitor e Nielsen, gli italiani hanno preferito i vini fermi e frizzanti, per i quali è stato rilevato uno + 12,5% rispetto allo stesso periodo del 2019, con una preferenza maggiore – nella stessa categoria – per i vini rossi (+ 14,9%). In generale, il vino rosso resta tra i prodotti preferiti dei consumatori italiani (+ 10%), seguito dallo spumante secco metodo charmat (+ 13%).
Chi acquista di più? Quale mercato è più interessato al vino italiano?
“I russi sono acquirenti entusiasti di tutto ciò che è italiano e di grande qualità”.
Giulio Gargiullo, esperto di marketing digitale russo.
La pandemia di Covid-19 ha contribuito alla crescita del mercato digitale non solo per l’Italia, ma anche in Russia, dove – stando ad alcune ricerche – gli affari provenienti dal segmento e-commerce negli ultimi 5 mesi del 2020 sono addirittura quadruplicati rispetto allo stesso periodo del 2019. A beneficiarne di tale crescita è stato proprio il mercato italiano.
La cucina e i prodotti Made in Italy da sempre trovano consenso tra la popolazione russa, la quale – proprio durante la pandemia di Covid-19 – ha triplicato (+ 216%) le ricerche online di vini italiani. A testimoniarlo è Yandex.com, il più grande motore di ricerca russo, secondo cui le ricerche di vino italiano sono passate da 10.750 di maggio 2019 a 34.074 di maggio 2020.
Il mercato digitale russo è il più grande d’Europa; nel 2020 vale circa 30 miliardi di dollari e – stando alle stime – potrebbe raggiungere il valore di 52 miliardi di dollari nel 2023, con una possibile crescita del 170%.
In questo mercato e per i prodotti vitivinicoli, l’Italia ha ampie possibilità di conquistarne una grande fetta, dato che già oggi risulta essere il primo esportatore nella Federazione russa.
E-commerce di vino: tra modelli di business ed esigenze a cui adeguarsi
Il mercato del vino vale circa 250 miliardi di euro e le vendite online, a dispetto di un valore che qualche anno fa si fermava intorno ai 5,5 miliardi di euro, ora sono in forte crescita.
Il commercio elettronico fortifica quello tradizionale ed è per questo motivo che negli ultimi anni questo scenario è divenuto pian piano un settore ricco di opportunità.
Le aziende italiane impegnate nella produzione e/o nella distribuzione di prodotti vitivinicoli sono tante, tra piccole e grandi realtà. Tutte sono in grado di offrire al consumatore una vasta gamma di prodotti; chi negli anni ha saputo farlo adattando di continuo la propria offerta alle esigenze dei consumatori, oggi può offrire un’esperienza di gusto e di acquisto online di rilievo.
Nel tempo sono nati vari modelli di business per consentire al produttore/venditore di canalizzare la propria offerta e al consumatore di scegliere la soluzione più adeguata alle sue esigenze.
Facciamo qualche esempio:
- Flash sales / vendite dirette: chi mediante un canale ad hoc mette a disposizione offerte che cambiano di continuo
- Marketplace: chi sceglie di beneficiare delle opportunità di incontro tra domanda e offerta rese dalle piattaforme online come eBay o Amazon
- Abbonamento: chi mette a disposizione del cliente un abbonamento da siglare per accedere ad una selezione di vini ad hoc
- Social e-commerce: soluzione preferita da chi vuole offrire un’esperienza di acquisto mediante i canali social
Vino e consumatori esigenti: come adeguarsi
Le aziende interessate ad investire nell’apertura di un canale di vendita online devono innanzitutto chiedersi: come si classifica l’utente che acquista vino online? Cosa e come cerca il consumatore?
Colui che acquista vino online non è sempre un esperto; c’è il consumatore abituale e il conoscitore raffinato, chi utilizza solitamente un e-commerce specifico per fare i suoi acquisti, chi non intende rinunciare al consiglio personalissimo dell’enotecario di fiducia e sceglie di acquistare attraverso la piattaforma e-commerce dell’enoteca preferita.
Internet oggi è in grado di offrire al consumatore una vasta scelta di e-commerce di vini. Per chi preferisce vini di nicchia c’è Grandi Bottiglie; chi vuole confrontare i prezzi dei market digitali di vino può affidarsi ai motori di ricerca Wine Searcher o Vivino (anche in app). Gli utenti più esperti spesso preferiscono tralasciare le descrizioni dei prodotti rese dai venditori e affidarsi all’esposizione oggettiva e indipendente che gli esperti del settore, come Gambero Rosso o ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino), rendono mediante le loro guide.
Oggi, l‘azienda che vuole aprire un proprio canale e-commerce deve fare i conti con una platea di “venditori” online affermati. C’è il famoso Tannico, e-commerce creato nel 2013 da Marco Magnocavallo divenuto – per il 49% proprietà anche del Gruppo Campari; c’è Vino.it, Doyouwine, Callmewine e Eataly che offre – tra altri prodotti – un’ampia selezione di vini.
È necessario differenziarsi offrendo all’utente la possibilità di sfogliare cataloghi con descrizioni dettagliate, veritiere e – perché no – arricchite di particolari legati all’origine o alla tradizione. Molte indagini mostrano, infatti, l’aumento della richiesta di partecipazione a corsi enogastronomici online, una tendenza che testimonia quanto sia in crescita l’interesse verso la cultura e le peculiarità del vino, sia tra gli italiani che tra gli europei.
Altra importante nota è la sostenibilità; il consumatore è attento all’ambiente, lo è oggi più di prima, ed è quindi necessario soddisfare le esigenze dell’utente green sottolineando la sostenibilità dei prodotti offerti. Le etichette sostenibili vengono preferite ad altre, e non si tratta affatto di una semplice tendenza. Il consumatore sa che la produzione di un vino – come per qualsiasi altro prodotto – può avere un grande impatto sull’ambiente e rilasciare grosse quantità di gas ad effetto serra.
È per questo motivo che molte aziende scelgono di certificare la qualità dei propri prodotti entrando in possesso di certificazioni come la EPD e la Carbon Footprint, quest’ultima adatta anche a chi vuole certificare la sostenibilità della propria organizzazione.
Inoltre, molti marketplace hanno aggiunto questo parametro tra i loro standard. Come Amazon, che ha lanciato la sezione sostenibilità – per ora solo in America – permettendo ai consumatori di riconoscere i prodotti a basso impatto ambientale (di ogni categoria) mediante l’icona di una clessidra alata.
Vendere vino online: scegli la nostra consulenza fiscale
Chi sceglie di vendere i propri prodotti anche online deve considerare un altro importante elemento di differenziazione: la destinazione. Le realtà che consentono anche al consumatore residente in zone poste al di fuori dell’Italia di acquistare il prodotto realizzato e/o sito nella propria enoteca o azienda sono notevolmente apprezzate, sia dagli italiani residenti all’estero che dai consumatori europei.
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