Web tax 2019: arriva la tassa per le operazioni digitali
Conosciamo meglio l’imposta annunciata dalla Legge di Bilancio 2019
Con la Legge di Bilancio 2019 il governo ha riproposto l’applicazione di una web tax.
La nuova proposta è diversa dall’imposta per le transazioni digitali del 2018 e porterà cambiamenti per i soggetti impegnati nelle vendite online.
A pochi mesi dalla sua probabile entrata in vigore, approfittiamo del tempo a disposizione e cerchiamo di capire di cosa si tratta.
Nuova web tax: definizione
La web tax è apparsa per la prima volta nella normativa italiana con la Legge di Bilancio 2018. La sua, però, è stata una breve comparsa in quanto abrogata prima della sua entrata in vigore.
La web tax 2019, prevista all’art. 1, comma 35-49, della Legge di Bilancio, è un’imposta sui servizi digitali. Consiste in un’aliquota del 3% versata dai soggetti impegnati nelle vendite online.
La nuova web tax è denominata ufficialmente “web tax italiana”, questa specifica è dovuta al fatto che potrebbe essere prevista anche una web tax europea.
L’obiettivo della web tax 2019 è colpire i ricavi dei grandi colossi del web advertising, i ricavi dei servizi a pagamento dei social network e i ricavi delle grandi piattaforme digitali del commercio online.
Le operazioni, l’aliquota e la territorialità della web tax 2019
La web tax italiana viene applicata a specifiche prestazioni di servizi resi tramite un’interfaccia digitale, pertanto:
- Veicolazione di pubblicità mirata agli utenti dell’interfaccia
- Fornitura dei beni e servizi venduti su piattaforme digitali
- Trasmissione di dati raccolti da utenti e generati dall’utilizzo di un’interfaccia digitale
Le operazioni o le prestazioni di servizi effettuate tramite un’interfaccia digitale devono essere realizzate con dispositivi utilizzati nel territorio dello Stato italiano. Ai ricavi derivanti da queste operazioni sarà applicata un’aliquota pari al 3%.
Soggetti inclusi e soggetti esclusi dalla web tax.
Il pagamento della web tax riguarda specifici soggetti, ossia chi presta servizi digitali e ha ottenuto un ricavo pari o superiore a 750 milioni di euro, di cui almeno 5,5 milioni realizzati in Italia.
La web tax prevista nella legge di bilancio 2018 escludeva i seguenti soggetti:
- Contribuenti nel regime forfettario e nel regime dei minimi
- Imprese agricole
- E-commerce
- Soggetti che realizzano corrispettivi pari a 30 €
- Contribuenti che hanno una stabile organizzazione non residente
- I debitori che hanno natura di persona fisica che non esercita attività imprenditoriali
Per conoscere i soggetti esclusi dal pagamento della web tax 2019 bisogna attendere la pubblicazione ufficiale del decreto ministeriale previsto per il 30 aprile 2019.
Quando bisognerà pagare la web tax 2019?
Chiarito che l’imposta sarà pari al 3% e che sarà un’imposta indiretta (tipo IVA) applicata ai ricavi registrati, bisogna ora definire con quale cadenza deve essere versata allo Stato.
Il tributo dovrà essere versato allo Stato entro il mese successivo alla chiusura del trimestre.
I soggetti passivi dovranno presentare una dichiarazione annuale entro quattro mesi dalla chiusura del periodo d’imposta.
Coloro che non hanno un’organizzazione stabile nel territorio italiano e sono privi di numero di identificazione ai fini IVA, se realizzano nel corso dell’anno i presupposti d’imposta, dovranno procedere per regolarizzare la loro posizione ed effettuare i versamenti dovuti.
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